Napoli, l’esperienza con la comunità Rom di Barra: alcune riflessioni

Dall’enorme incendio del campo Rom di Barra, avvenuto nell’agosto 2021 causando lo sgombero di tutta la comunità, la N:EA sostiene le poche famiglie Rom che, allontanatesi per qualche mese, sono ritornate nel quartiere di Napoli Est dove hanno trovato riparo in un casolare poco distante dal vecchio campo. A quelle poche famiglie nel tempo se ne sono aggiunte altre in campi poco distanti dal casolare arrivando via via a ricomporre gran parte della comunità che viveva a Barra prima dell’incendio. Attualmente il numero delle famiglie Rom che vivono nel quartiere è arrivato a venticinque per un totale di cento persone di cui trentacinque minori compresi fra uno e diciotto anni. La situazione di questa comunità continua a presentare criticità dal punto di vista socio abitativo: non sono mancati episodi di ostilità e di odio nei loro confronti, i campi sono in condizioni di isolamento e di ghettizzazione, le loro case alcune in muratura, altre di lamiera e legno, le loro precarie attività lavorative restano per la gran parte la raccolta di ferro e d’indumenti usati, molte famiglie non hanno il codice fiscale e ancor meno la residenza. Una situazione che desta amarezza e disappunto in associazioni come la N:EA che da anni vedono una scarsa applicazione della Strategia Nazionale per l’Inclusione di Rom, Sinti e Caminanti e la lesione dei diritti umani. Tuttavia, nonostante la precarietà, è cresciuta nelle famiglie Rom di Barra la consapevolezza dell’importanza di mandare i loro figli a scuola e di rivolgersi alle strutture sanitarie quando ne hanno bisogno evitando di ricorrervi solo in caso di emergenza. Oggi in maniera autonoma si rivolgono alle strutture sanitarie presenti nella Municipalità e sono le famiglie stesse a chiederci di iscrivere i loro bambini alla scuola dell’infanzia, traguardo che fino a poco tempo fa difficile da raggiungere. Anni di lavoro hanno dato i loro frutti.

“Riportarli a scuola” è stato l’obiettivo principale della N:EA, obiettivo raggiunto con successo grazie al contributo dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese che da diversi anni sostiene  l’impegno della N:EA con la comunità Rom ed in particolare il progetto “Riportiamoli a scuola” per la scolarizzazione dei bambini e degli adolescenti. Attualmente i minori dei due campi vanno quasi tutti a scuola: 11 frequentano la scuola primaria, 5 la secondaria di secondo grado, una un corso di formazione professionale, 4 la scuola dell’infanzia. La N:EA è riuscita a garantire la loro scolarizzazione e quella di altri bambini napoletani migliorando la loro frequenza scolastica, supportandoli nello studio, facendo scuola parentale per recuperare anni di studio perduti, proponendo attività educative e ludiche anche nel tempo libero e nel periodo estivo, sostenendo anche con un apporto economico un’adolescente che dopo aver preso la licenza media, frequenta un corso di formazione professionale. Rispetto alle loro famiglie è stato fatto un costante lavoro di sensibilizzazione rafforzando, in tal modo, i processi di cura dei loro figli e migliorando il loro rapporto con la scuola. I risultati dal punto di vista dell’apprendimento restano tuttavia modesti a causa degli sgomberi che li hanno allontanati dalle loro case e quindi dalle loro scuole e a causa delle estreme condizioni di povertà materiale ed educativa in cui si trovano, aggravate, per quanto riguarda alcuni bambini rom, dalla scarsa conoscenza della lingua italiana che impedisce apprendimenti più fluidi anche nelle altre discipline.

Nonostante tale criticità a giugno 2024, i minori seguiti dalla N:EA sono stati tutti promossi perché la scuola ne ha riconosciuto l’impegno testimoniato dalla frequenza costante della scuola e dai miglioramenti ottenuti anche sul piano delle abilità strumentali come leggere, scrivere e far di conto. A conclusione dell’anno scolastico, l’impegno della N:EA con 30 bambini e ragazzi  rom e napoletani, è continuato con l’organizzazione di numerose giornate di attività ludiche e conviviali nel Centro polifunzionale Ciro Colonna dove hanno salutato l’anno scolastico, e a Villa delle Giade per freschi bagni in piscina e infine un tuffo nel mare di San Giovanni a Teduccio dove il 12 luglio 2024 hanno partecipato alla Manifestazione per la Giornata del Mare organizzata per diffondere la consapevolezza sull’importanza di adottare comportamenti responsabili per garantire la salute e la sostenibilità del nostro mare.

I passi avanti fatti e i piccoli successi ottenuti sul piano scolastico non ci fanno però dimenticare che per quanto riguarda le comunità rom restano inevase tante altre questioni come quella della casa, del lavoro, della lotta al razzismo, eccetera. Le politiche abitative e del lavoro restano ancora centrali. In particolare, la casa per la quale servono soluzioni alternative ai campi per  i cui abitanti anche la semplice iscrizione anagrafica nel Comune in cui sorgono costituisce un problema insormontabile. Una casa per porre fine ai ghetti, alla segregazione abitativa e ai conseguenti sgomberi che da un lato ostacolano l’inclusione della comunità rom e dall’altra rafforzano i sentimenti e i comportamenti di ostilità di cui essa continua a essere vittima.

Si ringrazia la Chiesa Valdese per aver sostenuto con l’Otto per Mille il progetto “Riportiamoli a Scuola”.